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Salento vacanze tra storia e folklore

Salento vacanze tra storia e folklore

Salento vacanze è un binomio capace di evocare immediatamente spiagge di sabbia finissima e bianca, un mare di trasparente limpidezza e paesaggi  incantati. Ma Salento vacanze è in grado di evocare anche tradizioni forti e secolari che si tramandano inalterate dalla notte dei tempi capaci di suscitare un fascino sempre nuovo.  Il 29 e 30 Giugno, ricorre a Galatina la Festa dei Santi Patroni Pietro e Paolo. Festa che oltre al rito sacro presenta un rito pagano che si avvolge di fascino misto a stupore e mistero. Ancora oggi, fiumi di persone si recano davanti la cappella di San Paolo per cercare di scorgere qualche “tarantata”. Ma cerchiamo di capirne di più!

La chiesetta di San Pietro e Paolo, situata a pochi passi dalla chiesa matrice, dal Medioevo  sino ai primi anni ’50 è stata teatro di fenomeni misteriosi legati al Tarantismo. Si racconta che i Santi Pietro e Paolo, durante il loro viaggio di evangelizzazione, si fermarono a Galatina. San Paolo, per essere riconoscente al nobile signore che li avevi ospitati, donò a lui e ai suoi discendenti il “potere” di guarire tutte le persone che venivano morse da ragni velenosi, in dialetto “Tarante”. Sarebbe bastato bere l’acqua del pozzo situato all’interno dell’abitazione e tracciare il segno della croce sulla ferita.

Da lì in avanti, il 29 Giugno ricorre questo rito esorcistico che, per le “donne pizzicate dalla taranta” nelle campagne, iniziava presso le loro case e si concludeva con la richiesta di grazia a San Paolo nella chiesetta a lui dedicata, dove venivano accompagnate da musicanti provvisti di tamburello, violino, armonica a bocca e organetto. Una volta lì bevevano l’acqua miracolosa del pozzo e solo dopo aver vomitato (sempre in quel pozzo)la grazia si poteva ritenere ricevuta. Accadeva che “le tarantate” , dopo essere state morse, cadevano in uno stato di trans, di torpore e di depressione dal quale si destavano solo attraverso la musica che le costringeva a ballare, dimenarsi, rotolarsi, contorcersi, arrampicarsi sui muri per giorni fino allo sfinimento. Con il suono della “Pizzica” le donne, perdendo la loro identità, potevano ballare e contorcersi non curanti del contorno, liberarsi così dal veleno e guarire dal morso. L’esorcismo dunque si concludeva con il pellegrinaggio a Galatina, dove davanti alla chiesetta di San Paolo si ripeteva il rituale che richiamava folle di curiosi. Oltre alla musica e alla danza, altro elemento magico erano i colori. A volte il morso della taranta era richiamato da chi ignaro indossava degli abiti con colori accesi. Succedeva che venivano appesi al tamburello dei nastri colorati (zacareddhe) che la tarantata provvedeva a strappare una volta avvistato il colore odiato.

Questo culto, nel quale il ragno è simbolo carico di significati positivi, per la laboriosità di tessere la tela, e negativi, per il pizzico ed il veleno, per alcuni studiosi affonda le sue radici nel mondo della Dea Madre che, con la forza di antichi riti pagani, faceva riaffiorare gli istinti primordiali, riscattando la donna non solo dalla sua condizione contadina, ma anche subalterna, sociale e sessuale. Riti riportati poi dalla Chiesa nell'alveo del cristianesimo, del Dio Padre, tramite il culto di San Paolo, protettore di tutti coloro che vengono pizzicati da un animale velenoso. (www.comunedigalatina.le.it)

Trascorrere in Salento vacanze cariche di emozione e scoperte inattese è la regola, non resta che partire e sperimentarle di persona.

#vaiasalento

 

Autore

redazione. .

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